Benvenute e benvenuti!
Su queste pagine potete trovare il modo di conoscermi meglio, se vi va.
Potete conoscere un po' della mia vita privata, le mie opinioni e le mie posizioni politiche. Potete contattarmi per farmi delle domande, per criticarmi, per consigliarmi, per avere uno scambio che possa essere costruttivo per entrambe.
Adriano
Il Partito Socialista ha deciso di sostenere i due referendum nazionali lanciati dall'Associazione Svizzera Inquilini. L'obiettivo di questa doppia raccolta di firme è quello di tutelare un'ampia fascia della popolazione dal duplice attacco con il quale la lobby immobiliare, sostenuta dalla maggioranza borghese delle camere federali, ha recentemente colpito il diritto di locazione. L'ultimo giorno dell'ultima sessione parlamentare della legislatura appena conclusa, una maggioranza di Destra ha deciso di modificare due distinti punti del Codice delle Obbligazioni con un duplice obiettivo: semplificare le procedure di disdetta in modo da potersi liberare facilmente di inquilini e inquiline di lunga durata così da poter poi rimettere sul mercato lo stesso alloggio a un prezzo maggiorato.
Questa rubrica che regolarmente ospita l’Associazione Svizzera Inquilini si chiama “Dolce Casa”. Oggi vogliamo usare questo spazio per ricordare che la casa non sempre, purtroppo, è un luogo di dolcezza.
Lo scorso sabato 25 novembre, ricorreva la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Nelle principali città di tutto il mondo si sono tenute imponenti manifestazioni per denunciare la banalizzazione che ancora oggi regna attorno al tema e per ricordare a tutte le vittime che non sono sole.
«Siamo in un momento particolarmente critico per gli inquilini: l’aumento degli affitti, delle spese del riscaldamento sono costi sui quali non hanno nessun controllo, non essendo loro i proprietari». Spiega così Adriano Venuti, vicepresidente dell’Associazione svizzera inquilini (Asi), la decisione presa dai delegati di quest’ultima di lanciare “un doppio referendum contro due progetti della lobby immobiliare adottati dal parlamento durante la sessione autunnale”. “Queste due revisioni della legge – scrive l’Asi, che si dice molto critica nei confronti delle disposizioni prese dall’Assemblea federale – diminuiscono considerevolmente la protezione degli inquilini e portano a pigioni più elevate”. Abbiamo approfondito il tema con Venuti, che è anche presidente della sezione ticinese dell’Asi.
Stamattina, mentre stavo leggendo il giornale, per un attimo ho creduto che fosse domenica e che tra le mani mi fosse malauguratamente capitato il Mattino, quello che quando parla di me ci tiene a specificare che non sono patrizio di Corticiasca ma originario di Avellino. Guardo meglio e mi rimetto in linea con la realtà: è martedì e sto leggendo su laRegione un articolo che mette in relazione tra loro i risultati elettorali di domenica scorsa e le prospettive per le prossime elezioni comunali. Si parla di Lugano e l'interlocutore del giornalista è Filippo Zanetti, il compagno copresidente della sezione socialista della principale città del nostro Cantone.
L'aumento dei premi dell'assicurazione malattia è diventato il tema centrale di questa campagna elettorale che sta finalmente volgendo al termine. Dico finalmente perché presto ognuno di noi potrà valutare se ha scelto le persone e i partiti giusti per farsi rappresentare a Berna. Ma un elettore attento potrebbe già oggi fare un serio confronto tra le promesse elettorali e quanto fin'ora fatto.
C'è, per esempio, un partito (il Centro, ex PPD) che ha tappezzato il Cantone di manifesti che dicono “Cassa Malati: basta aumenti!”. E cosa hanno fatto questi signori per aiutare le famiglie a pagare di meno? Praticamente nulla! A livello cantonale, hanno bocciato la proposta socialista di limitare i premi assicurativi a un massimo del 10% del reddito disponibile che si sarebbe rivelato un aiuto concreto, tangibile e immediato. Hanno preferito proporre l'ennesimo sgravio fiscale che come sempre premia i ricchi senza minimamente interessare le fasce più deboli della popolazione.
Chissà se il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha letto la notizia secondo la quale nel 2020 oltre un quarto degli svizzeri non è andato dal dentista perché non poteva permettersi la relativa spesa. Chissà se il Signor De Rosa si ricorda che nel maggio del 2015 sono state consegnate al suo dipartimento oltre 8'000 firme dell'iniziativa popolare denominata “Per il rimborso delle cure dentarie”? E chissà se il direttore del DSS intenderà mai dare una risposta concreta ed esaustiva a queste persone?
La notizia riportata sabato scorso dalla RSI si basa su uno studio dell'International Health Policy Survey, e riferisce anche la preoccupazione di François Tscherra, direttore della fondazione Point D’Eau di Losanna, che da vent’anni offre cure dentistiche praticamente gratuite a chi non se le può permettere. Secondo lui, dal 2020 a oggi, “il numero delle persone che rinuncia alle cure dentarie ha probabilmente subito un’ulteriore impennata”.