Benvenute e benvenuti!
Su queste pagine potete trovare il modo di conoscermi meglio, se vi va.
Potete conoscere un po' della mia vita privata, le mie opinioni e le mie posizioni politiche. Potete contattarmi per farmi delle domande, per criticarmi, per consigliarmi, per avere uno scambio che possa essere costruttivo per entrambe.
Adriano
Sembra un semplice slogan, ma in realtà è un’esortazione che necessita la massima attenzione. La lobby immobiliare non è un fantasma immaginario, ma è un’entità reale che sta strozzando milioni di inquilini e di inquiline. La lobby immobiliare non è rappresentata da quei piccoli proprietari capaci di instaurare un dialogo con le persone che abitano le loro proprietà. La lobby immobiliare è composta da tutti quei fondi di investimento che si stanno impossessando di fette sempre più grandi del mercato immobiliare e che presto rappresenteranno la maggioranza assoluta dei proprietari di immobili. Società anonime che per loro stessa natura impongono una grande distanza tra loro e gli inquilini che alimentano in maniera spropositata i loro renditi. Entità anonime che poco o nulla si preoccupano dei bisogni e dei destini di coloro che ogni mese pagano gli affitti.
Negli ultimi anni, il mercato immobiliare di città come Zurigo ha subito una forte pressione a causa dell’aumento degli investitori istituzionali (banche, fondi pensione e compagnie di assicurazioni) che stanno giocando un ruolo sempre più dominante. Questi investitori vedono nel settore immobiliare un’opportunità di massimizzazione del profitto, contribuendo a una gentrificazione che sta trasformando interi quartieri delle città.
l prossimo 24 novembre voteremo anche su due referendum lanciati dall’Associazione Svizzera Inquilini che mirano a indebolire il diritto di locazione. Questi due referendum si oppongono ad altrettante modifiche del Codice delle obbligazioni votate lo scorso anno dalla maggioranza borghese del parlamento federale.
La prima modifica riguarda il cosiddetto uso personale, il quale prevede che il proprietario possa recuperare rapidamente le abitazioni o i locali commerciali locati per adibirli a uso proprio. Diversamente da quanto attualmente previsto, il bisogno personale non dovrà più essere “urgente”: sarà sufficiente che sia “importante e attuale”. Poiché questa condizione è meno severa e più semplice da dimostrare, per il proprietario sarà più facile disdire il contratto. La nuova regola comporta inoltre protrazioni più brevi dei rapporti locativi.
Il 24 novembre saremo chiamati a votare su due referendum fondamentali per la salvaguardia di un diritto di locazione che oggi è già troppo sfavorevole alle inquiline e agli inquilini.
Chi abita in affitto sta subendo una crescente pressione. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un costante aumento dei costi delle pigioni ben superiore al tasso d’inflazione e al potere d’acquisto delle famiglie. Questa situazione non è sostenibile: molti di noi vedono una fetta sempre più grande del proprio reddito erosa dal pagamento del canone di locazione. Questo non è solo un problema economico, ma anche sociale, poiché limita la nostra capacità di risparmiare, investire e vivere dignitosamente.
Da Zurigo ci arriva un importante esempio di organizzazione contro gli sfratti collettivi e la speculazione edilizia. Nella zona sud-ovest della città, si erge un complesso immobiliare realizzato tra il 1980 e il 1996: il Brunaupark. Nel 2019, le inquiline e gli inquilini hanno ricevuto la disdetta del contratto di locazione perché il proprietario, il fondo pensionistico che apparteneva a Credit Suisse, vuole abbattere tutto per fare spazio a un nuovo quartiere con oltre 500 appartamenti, circa 280 in più degli attuali.
Parte del quartiere costruito già a partire dagli anni ’70 ha beneficiato di alcuni permessi speciali rilasciati in cambio dell’impegno a offrire per trent'anni una parte degli appartamenti a prezzo ridotto. Nel 2010 sono scadute le prime concessioni con conseguenti aumenti degli affitti, mentre le ultime riduzioni ancora esistenti scadranno nel 2026.
Sul Corriere del Ticino del 8 agosto scorso è apparsa un’intera pagina dedicata alla crescita dell’offerta Airbnb mettendola in relazione alla “crisi” degli alberghi tradizionali. Sicuramente un tema importante per un Cantone come il nostro dove il turismo riveste indubbiamente un ruolo centrale.
Sarebbe però interessante che per una volta si provasse a mettere in relazione tra loro l’aumento dell’offerta di alloggi di breve durata con la riduzione dell’offerta di alloggi abitativi e con l’aumento delle loro pigioni.