La sera dell’11 febbraio 2010 ero occupato in una riunione a Massagno, quando a uno dei partecipanti squillò il telefono. Il suo volto si fece subito cupo e incredulo. “Bill è stato investito, è molto grave” riuscì a dirci a stento. Tutti restammo senza parole. Subito capimmo che Bill non ce l’avrebbe fatta, ma nessuno fu in grado di rendersi conto che quella sarebbe stata la dura realtà.
Quella sera, Giuseppe “Bill” Arigoni incontrò il suo tragico destino proprio attraversando la strada di cui da sempre ne denunciava la pericolosità. Quella strada è ancora lì, pericolosa e trafficata come lo era 10 anni fa, forse anche di più. Bill non c’è più, morì poche ore dopo l’incidente. Di lui ci resta il ricordo della sua barba bianca, del suo sguardo genuino e sincero. Ci restano i ricordi delle sue lotte: per il lavoro, per l’ambiente, per gli inquilini, per i più deboli.
Io non ho mai conosciuto Bill. Sapevo chi fosse, mi capitava di incontrarlo, ma non ho mai avuto la fortuna di confrontarmi con lui. Ricordo che ogni tanto lo vedevo la domenica mattina, assieme a sua moglie Elena, che prendeva il caffè in riva al fiume Tresa. Io passavo di lì con mio figlio ancora bambino mentre lo accompagnavo a comprare i fumetti da leggere. Accennavo un saluto e lui con un po’ di sorpresa, ma sempre con cordialità, ricambiava.
A distanza di 10 anni mi ritrovo sulle spalle una responsabilità che un tempo fu sua. Bill è stato presidente dell’Associazione Svizzera degli Inquilini (ASI) dal 2001 fino al giorno della sua tragica scomparsa. Dopo esser stato ingiustamente licenziato dalla fabbrica in cui lavorava, e grazie anche al fatto che sua moglie Elena già allora era una delle consulenti della nostra associazione, Bill si avvicinò all’ASI. Dapprima ne divenne consulente e in seguito fu, appunto, chiamato alla presidenza.
Sulla pagina internet www.billarigoni.ch, curata dalla famiglia, si trovano – tra le altre – molte testimonianze del suo impegno sociale e politico in favore delle inquiline e degli inquilini. Molti dei temi affrontati da Bill sono di attualità ancora oggi. L’eredità che ci ha lasciato è grande. Altrettanto lo è la responsabilità. In confronto a lui, io non posso che sentirmi piccolo. Ogni volta che agisco per conto dell’ASI, accanto a me sento la presenza di Bill che controlla se faccio bene il mio mestiere.
Tutta l’ASI deve molto al lavoro svolto da Bill, e tutta l’ASI lo porta nel cuore. Ciao Bill, resti per noi l’esempio da seguire quotidianamente. A Elena, Alessio, Alejandro e alla famiglia tutta vanno i nostri abbracci.