Nelle scorse settimane i vari organi di informazione hanno dato un certo rilievo a una notizia, diffusa dal portale on-line homegate.ch, secondo la quale gli affitti in Ticino stanno diminuendo. Le statistiche, si sa, possono essere lette come meglio si crede; danno un’informazione «standard», ma spesso non tengono conto di altri fattori. Il grafico pubblicato da homegate.ch, mostra una curva del costo delle pigioni che da giugno 2016 tende effettivamente al ribasso. Ma il livello medio degli affitti raggiunto oggi resta sempre superiore del 3.4% rispetto al dato del gennaio 2009, questo vuol dire che negli ultimi 10 anni gli affitti sono aumentati! Ciò, malgrado che i tassi di interesse pagati dai proprietari di alloggi, siano parecchio diminuiti. Vuol dire che non tutti gli inquilini hanno potuto beneficiare di una riduzione delle pigioni.
Cosa non ci dice, però, questa statistica? Non ci dice se le famiglie ticinesi guadagnano abbastanza per pagare l’affitto. Non ci dice quanto guadagnano, sulle spalle delle inquiline e degli inquilini, gli immobiliaristi che costruiscono senza sosta pur sapendo che una parte dei loro appartamenti di standing medio-alto resterà vuota per diverso tempo.
Benché il mercato immobiliare inizi a offrire qualche buona occasione, la maggioranza delle nuove abitazioni resta ancora poco accessibile per un gran numero di persone, in particolare per le famiglie con un reddito unico. Molte delle nuove costruzioni sono pensate per clienti giovani, senza figli e quindi senza grandi impegni economici sulle spalle. Nessuna attenzione, invece, per le fasce più deboli.
Disoccupazione, sotto-occupazione, assistenza sono situazioni vissute da un grande numero di persone. Chi ha la fortuna di avere un lavoro, sa bene che il rincaro dello stipendio non è più una costante, anzi nella maggior parte dei casi non è più corrisposto da molti anni. Il costo della salute continua ad aumentare, ogni anno i premi delle assicurazioni malattie aumentano in maniera sconsiderata, in 20 anni sono aumentati del 150% circa. Tutti questi fattori contribuiscono a ridurre il nostro potere d’acquisto. Il peso economico delle pigioni è ancora troppo alto.
Sarebbe ora che promotori immobiliari e amministrazioni pubbliche rivolgano maggiore attenzione verso chi non può permettersi di spendere 2000 fr. al mese di affitto. Gli immobiliaristi dovrebbero offrire un maggior numero di alloggi a pigione moderata. E se loro insistono a non volerlo fare, allora dovrebbero essere i Comuni e il Cantone, attraverso norme pianificatorie o attraverso investimenti diretti a fare in modo che il mercato immobiliare sia maggiormente rivolto alle famiglie e alle persone meno abbienti. Questo è ciò che la nostra iniziativa popolare “Pigioni accessibili per tutti” chiede e che presto andremo a votare.
* editoriale di settembre 2019 di Inquilini Uniti, rivista dell'Ass. Svizzera degli Inquilini