Intervista apparsa su Ticinolibero il 2 dicembre 2011.
Adriano Venuti, lei è il coordinatore di Prospettive socialiste, la corrente a sinistra del Partito socialista. Come valuta il risultato del suo partito al Consiglio nazionale, dove ha perso un seggio, e al Consiglio degli Stati, dove Franco Cavalli ha insidiato Fabio Abate?
Premetto che dopo le elezioni cantonali di aprile Prospettive Socialiste, di fatto, ha tacitamente optato per una sorta di "auto sospensione". Il gruppo non si è più riunito e ognuno di noi ha continuato a lavorare secondo le proprie possibilità, rinunciando ad ogni possibile polemica, impegnandosi nella campagna elettorale per le elezioni federali per il bene e l'unità del Partito Socialista.
Personalmente ho visto in questi ultimi mesi un partito più vivace, più attento agli umori della popolazione, maggiormente capace di interpretare con forza e responsabilità i bisogni e le paure delle persone. Siamo partiti da un risultato elettorale di aprile decisamente disastroso. Malgrado alcune difficoltà dovute al disorientamento generale, siamo comunque riusciti a invertire la tendenza che sembrava portarci all'estinzione. Purtroppo, non siamo riusciti a mantenere il secondo seggio al Nazionale e i motivi di questo risultato sono molti e la colpa non è solo nostra.
Con Franco Cavalli siamo arrivati molto vicini alla conquista di un seggio al Consiglio degli Stati. Franco è stato il motore di una campagna elettorale entusiasmante e rigenerante che sta facendo sicuramente bene al partito e che ci ha fatto comunque raggiungere un risultato storico.
Mercoledì sera il comitato cantonale del PS ha “varato” la commissione cerca, che è stata incaricata di trovare il futuro presidente. Vi faranno parte Gina La Mantia, Fabio Pedrina, Pelin Kandemir Bordoli, Franco Cavalli e Filippo Contarini. Ancora una volta non è presente nessun esponente di Giso, e un solo rappresentante della vostra corrente. Ma questo significa che Prospettive socialiste “conta” solo il 20% del PS?
La Commissione cerca mi sembra tutto sommato rappresentativa dell'intera realtà del PS. Non c'è un rappresentante ufficiale della Gioventù Socialista, ma c'è comunque un giovane che devo ammettere ha una posizione nei confronti della GISO che faccio fatica a capire, ma non vorrei nemmeno dargli troppa importanza. Per conto mio ho fiducia nella maggioranza dei membri di questa commissione e quindi i calcoli percentuali non mi interessano.
La capogruppo socialista, Pelin Kandemir Bordoli, in un’intervista a Ticinonline assolve la dirigenza del PS per i deludenti risultati elettorali alle cantonali e alle federali, spiegando che c’è un problema di comunicazione, di riuscir a far passare il proprio messaggio. Questo semplicemente affermando che “altrimenti non mi spiego perché nel 2007, con le stesse persone, le elezioni sono andate bene, mentre quest'anno no”. Eppure nel 2007 i socialisti hanno vistosamente mancato l’obiettivo dichiarato delle cantonali, che era quello di raddoppiare in Consiglio di Stato, delle federali, con un importante calo dei consensi rispetto a quattro anni prima, e delle comunali, perdendo ad esempio un municipale a Bellinzona e a Lugano. Ma secondo lei questo gruppo dirigente, che ha governato il partito negli ultimi 8 anni, è davvero vincente?
All'indomani della batosta presa alle elezioni cantonali sono stato uno dei pochi a chiedere chiaramente alla direzione del PS di assumersi le proprie responsabilità e di farsi subito da parte per dare un chiaro segnale di cambiamento. Così non è stato, ma credo che la direzione abbia sentito maggiormente la responsabilità delle sue azioni ed è stata capace di reagire anche aprendosi maggiormente verso compagne e compagni che non fanno parte della direzione stessa. Ciò non toglie che la risposta data da Pelin sia secondo me riduttiva e che il Partito ha comunque bisogno di un chiaro segnale di discontinuità rispetto al passato.
A sei mesi dal pessimo risultato delle elezioni cantonali, nel PS sono circolati più nomi chiacchierati come papabili alla carica che è stata di Manuele Bertoli. I più gettonati sono quelli di Saverio Lurati, Carlo Lepori e Mario Branda. Lei fra questi tre nomi chi vedrebbe meglio alla guida del PS?
Credo che il problema reale non sarà semplicemente il nome del presidente, ma la composizione generale della direzione. Ho stima di tutti e tre i compagni che lei ha citato. Vedremo nelle prossime settimane cosa verrà prodotto dalla Commissione cerca e in quel momento si potranno valutare i candidati, ora è prematuro.
Ancora una volta Franco Cavalli, durante queste elezioni federali, si è dimostrato una locomotiva per il PS. Non potrebbe essere lui, anche se un po’ avanti con gli anni, un possibile presidente che rilanci la sinistra ticinese?
Franco Cavalli si è dimostrato ancora una volta un politico capace e tenace. Non credo che sia il caso di affidare la presidenza del PS a lui, che comunque ha già escluso questa eventualità, ma bisognerà trovare il modo di conservare a valorizzare l'energia che Franco è stato capace di generare durante questa campagna elettorale.
Lei in qualità di coordinatore di Prospettive socialiste, avanzerà il suo nome per la presidenza alla commissione cerca? E quali nomi avanzerà Prospettive socialiste?
Io sono da sempre disposto ad impegnarmi con responsabilità per il Partito e per gli ideali che esso difende e propone, ma ritengo di essere anche una persona modesta; so rendermi conto di non essere io colui che potrà e dovrà condurre il Partito per i prossimi anni. Ora le sezioni sono invitate a segnalare alla Commisione cerca i nomi di potenziali presidenti. Il gruppo di Prospettive Socialiste si riunirà nelle prossime settimane per discute del futuro del PS ma anche del suo stesso avvenire. Non so se avenzeremo una proposta formale, ma non credo che sarà necessario.