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Diritti  ·  08. marzo 2011

La scuola per educare al vivere sociale

Credo di poter dire che in generale il nostro sistema scolastico funziona abbastanza bene, ma certamente ci sono alcuni punti su cui bisogna lavorare per renderlo ancora migliore.

Certe volte ho l'impressione che la scuola sia gestita come un azienda che deve produrre utili. Gli utili sono rappresentati da giovani professionisti preparati al mondo del lavoro solo dal punto di vista tecnico. Secondo me manca la preparazione umana, sociale.

Alunni e docenti sono considerati dati contabili da trattare secondo le disponibilità finanziarie del momento. L'aspetto umano è considerato secondario.

L'attuale numero massimo di allievi per classe, fissato a 25 bambini, non trova nessuna giustificazione se non in un'ottica di "contenimento" dei costi.

In una società come è quella attuale, dove i cambiamenti socio-culturali avvengono ad una velocità mai conosciuta prima d'ora, i bambini hanno bisogno di maggiore attenzione da parte degli adulti. Spesso entrambi i genitori sono "assenti" perché occupati professionalmente e la famiglia tradizionale non è più una realtà ampiamente diffusa. La scuola si trova, quindi, ad adempiere con sempre maggiore necessità al ruolo non solo di istruttore, ma anche e soprattutto a quello di educatore. I docenti devono oggi educare gli alievi al vivere sociale, al confronto pacifico tra culture un tempo sconosciute alle nostre latitudini. La scuola non deve semplicemente occuparsi di diffondere nozioni, deve preparare degli adulti capaci di vivere in una società in movimento, degli adulti capaci di cogliere il valore delle differenze. Per fare questo è necessario avere docenti pronti alle nuove sfide della modernità, non si può pensare che essi continuino ad usare metodi ormai superati, per questo motivo è necessario non solo creare ideali condizioni di lavoro per gli allievi, ma occuparsi anche attivamente dell'aggiornamento costante dei docenti e creare anche per loro, che hanno il compito di accompagnare i nostri ragazzi nella loro crescita quatidiana, condizioni di lavoro maggiormente gratificanti.

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