Nei giorni scorsi, tra le lettere dei lettori pubblicate sul Corriere del Ticino, ne è apparsa una firmata dalla signora Delia Riberti, proprietaria con la sua famiglia di “solo 3 appartamenti” (che già fa più degli zero che hanno gli inquilini...). La signora rivendica il suo diritto di far “fruttare degnamente” il proprio capitale, sostiene che gli inquilini abbiano pretese troppo alte e che lascino gli appartamenti in condizioni pietose generando costi supplementari ai proprietari che poi “fanno salire gli affitti”.
La signora, ma con lei troppi proprietari immobiliari, dimenticano che l'alloggio è un diritto fondamentale di ognuno di noi, come l'acqua e non una transazione economica qualunque come potrebbe essere l'acquisto di un'automobile. E che quindi non è un capitale da far “fruttare degnamente”. Il reddito che se ne può ricavare è limitato dalla legge e dalla giurisprudenza, e sarebbe interessante sapere se i “solo 3 appartamenti” rispettano questo limite.
Dimentica anche che parte dei soldi incassati con la pigione sono destinati alla conservazione e alla manutenzione del bene immobiliare, e che se alla fine del rapporto contrattuale si constata che l'inquilino è responsabile di determinati danni all'ente locato, questi è tenuto ad assumersi le relative spese di riparazione. I tre mesi di caparra servono anche per questo. Certo che se si pretende di far passare per danno quel che è normale usura, allora abbiamo un problema...
La Signora Riberti si spinge anche fino ad accusare l'Associazione Inquilini di essere “specializzata a far litigare locatore e locatario”. Posso smentire categoricamente questa affermazione. L'ASI agisce, come è normale che sia, attraverso gli uffici di conciliazione dove è risaputo che si cerca assieme una soluzione condivisa che possa soddisfare entrambe le parti in causa. Inoltre, le nostre ottime consulenti si rifiutano di difendere soci che palesemente hanno torto!
La signora conclude il suo sfogo accusando l'ASI di non essersi “scarpata le vesta” di fronte all'aumento dei costi dell'energia (che, è comunque bene ricordare, pesano pesantemente sugli inquilini e non sui proprietari). Anche in questo caso si dimostra la non conoscenza del nostro operato. L'ASI ha chiesto al Consiglio Federale di introdurre un sussidio energetico per le famiglie maggiormente in difficoltà, ma la proposta è stata respinta. Abbiamo suggerito ai nostri associati di ridurre i consumi e di aumentare, se possibile, il proprio versamento degli acconti spesa in modo da non ritrovarsi con un conguaglio eccessivamente alto e impossibile da pagare in un'unica volta. Da anni chiediamo anche che il parco immobiliare venga risanato in modo da ridurre i costi legati all'energia e che questo venga fatto senza sfratti di massa e senza riversamento dei costi troppo alti sugli inquilini.
L'ASI c'è e il suo lavoro in difesa delle inquiline e degli inquilini lo fa con passione, con determinazione e con grande competenza! Se poi ai proprietari immobiliari questo non va bene, io non posso farci nulla.