Il prossimo 21 maggio, finalmente, avremo la possibilità di introdurre una tassazione responsabile legata raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Responsabile perché, se vincerà il sì, il principio della causalità farà in modo che ognuno di noi paghi una tassa proporzionale alla quantità di rifiuti domestici che produce. Ciò vorrà dire un aumento della raccolta separata dei rifiuti, un maggiore riciclaggio, un minor inquinamento e anche un minor costo per il cittadino.
Anche l'esperienza diretta di Massagno, dove abbiamo introdotto la cosiddetta Tassa sul sacco nel 2016, ha dimostrato che il quantitativo di rifiuti solidi urbani raccolti in un anno (RSU) è diminuito di un abbondante 30%. Di conseguenza, il costo totale annuo per la raccolta e lo smaltimento di tutti i rifiuti (RSU e differenziata) è diminuito del 23%, a tutto vantaggio delle tasche della popolazione massagnese.
È quindi facile capire che non si tratta di una nuova tassa, ma semplicemente di un diverso modo di calcolarla che andrà a vantaggio di chi avrà cura di produrre e di smaltire i propri rifiuti con coscienza.
La tassa cantonale sul sacco lascia la libertà ai singoli comuni di muoversi all'interno di alcuni margini. La parte fissa della tassa, quella che va a finanziare la raccolta dei RSU, la raccolta e lo smaltimento della raccolta differenziata potrà essere fissata in piena autonomia dalle amministrazioni comunali. Mentre la parte causale, il costo del singolo sacco, dovrà rientrare tra i margini indicati dal Cantone (tra fr. 1.10 e 1.30 per il sacco da 35 litri).
La tassa cantonale sul sacco avrà il positivo effetto di portare ordine e coerenza su tutto il territorio cantonale, annullando anche quello spiacevole fenomeno chiamato “turismo del sacco”.
Per l'ambiente e per risparmiare, è necessario votare sì alla tassa cantonale sul sacco.