Siamo contenti, non c'è dubbio. Le votazioni cantonali dello scorso 5 giugno, grazie alla bocciatura della Legge sull’EOC e all'accettazione della tassa di collegamento, hanno sancito la vittoria dell'interesse pubblico contro l'interesse privato di pochi. La salute prima di tutto, sia nel difendere la sanità pubblica, sia nel contrastare l'inquinamento causato dal traffico individuale.
L'Ente Ospedaliero non è in vendita! Questo è ciò che con forza hanno detto le cittadine e i cittadini ticinesi. Determinante è stata anche l'unità delle forze progressiste.
Beltraminelli aveva già imbandito la tavola per i suoi commensali, ma Genolier e la Clinica Santa Chiara sono rimasti a bocca asciutta.
Inoltre, se è vero che la combriccola delle privatizzazioni era pronta a festeggiare la svendita dell'EOC presso un prestigioso ristorante di Bellinzona, gli è andata male anche l'idea della grande abbuffata a carico dei contribuenti.
Giustamente, da più parti, ci si è chiesti se Pellanda e Sanvido, rispettivamente direttore e presidente dell'EOC, siano ancora al loro posto. Probabilmente no!
Peccato, invece, che per poco non sia riuscita anche l'iniziativa «Giù le mani dagli ospedali», ma il 49% raggiunto è un ulteriore segnale che la pianificazione ospedaliera deve maggiormente tenere conto delle necessità della popolazione che chiede una medicina di prossimità.
Come detto, l'altro importante risultato è l'accettazione, seppur di misura, della cosiddetta tassa di collegamento. La grande distribuzione aveva messo in campo forze smisurate, cercando anche di «comprare», con sconti offerti a gran pagina tramite i quotidiani ticinesi, adepti contrari alla tassa. La popolazione non ci è cascata e ha ribadito che il traffico e l'inquinamento hanno superato limiti non più sopportabili. Riduzione del traffico individuale e rafforzamento del trasporto pubblico è ciò di cui abbiamo bisogno e i grandi generatori di traffico dovranno fare la loro parte affinché ciò avvenga.
L'iniziativa popolare «Rafforziamo la scuola media» è stata respinta, ma sappiamo che con «La scuola che verrà», attualmente in consultazione, è in corso un progetto di riforma completa dell'istruzione obbligatoria. Probabilmente le elettrici e gli elettori hanno scelto la via della prudenza. Ora sarà importante e prioritario fare in modo che questa riforma metta realmente al suo centro l'interesse delle allieve e degli allievi, facendo in modo di saper valorizzare le loro passioni e la loro indole.
* Apparso su Confronti di Giugno 2016