
La RTSI non esiste più, ora c’è la RSI.
Si risparmia una lettera, ma è un risparmio molto costoso. L’azienda di Comano è riuscita a spendere 1 milione e mezzo di franchi per togliere una lettera dal suo logo. Per molti anni la nostra
televisione è stata accusata di assumere personale tramite agenzie per il lavoro interinale, in modo da non dover garantire ai lavoratori le condizioni minime del contratto collettivo e da
risparmiare sui contributi sociali.
Questa situazione scomoda per l’azienda e umiliante per il lavoratori è giunta a termine semplicemente con il non rinnovo di questi contratti interinali, e quindi lasciando a casa, senza nessuno
scrupolo, diverse decine di collaboratori. Ora si scopre che la RSI aveva 1,5 milioni di franchi in un cassetto e ha pensato bene di darne una buona parte a degli specialisti inglesi: specialisti
in nomi per azienda… La principale motivazione addotta è la solita: razionalizzare. Senza mai dire che razionalizzare è sempre sinonimo di licenziare. Per inciso è bene sottolineare che 1,5
milioni di franchi sono circa 18 stipendi da 80’000 franchi annui per un anno. RSI è un logo vecchio, che significava Radio della Svizzera italiana. Poi si è pensato che la Svizzera è svizzera e
non italiana, allora si è deciso di declinare la nostra radio, e con essa anche la televisione, come «svizzera di lingua italiana». Molti però hanno fatto fatica ad assimilare questo cambiamento,
tanto che ancora oggi sui nostri giornali capita di leggere «Svizzera italiana». Segno che questi cambiamenti prodotti da intense sedute di brain storming sono generalmente capiti solo da chi ci
guadagna finanziariamente, e non dalla gente comune. E qui sta la domanda fondamentale: a chi giova?
Chi ci guadagna da questa denominazione? Chi ne trae beneficio? Forse la risposta giusta è che il beneficiario principale di questo nuovo marchio è il direttore generale della ex RTSI. Infatti
all’interno della SSR SRG idée suisse, la neonata RSI è l’unica azienda che unisce in sé radio e televisione, e dunque l’unica con un direttore generale. Può sembrare un risparmio il fatto di
avere un unico direttore per due strutture, ma se poi si va a guardare meglio ci si accorge che esistono anche un direttore per la televisione ed uno per la radio. Di conseguenza rispetto alle
altre regioni linguistiche della Svizzera, la parte di lingua italiana ha un direttore in più.
Se questo direttore in più per giustificare la sua presenza ed il suo stipendio non trova di meglio da fare che spendere 1 milione e mezzo di franchi per togliere una T all’azienda, forse non è
solo in più, ma è anche di troppo, e – per razionalizzare – farebbe meglio a togliersi lui dall’azienda.